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Rinforzo positivo: cos’è e come utilizzarlo nell’educazione dei bambini

Ci piace iniziare questo articolo con ciò che sosteneva John Dewey, ovvero che “L’educazione non è la preparazione alla vita, l’educazione è la vita stessa”.
Nella vita di tutti i giorni tendenzialmente è difficile che venga applicato il rinforzo positivo elogiando i comportamenti da valorizzare, piuttosto si tende ad evidenziare quelli negativi. In questo modo si finisce però per dare attenzione esclusivamente gli aspetti negativi del loro comportamento.

Sicuramente rinforzare comportamenti positivi richiede molta più attenzione e sforzo ma ha delle conseguenze potenti a livello di motivazione interna, di autostima e di probabilità che si ripresentino buoni comportamenti. Gioire dei piccoli progressi dei bambini infonde loro fiducia rispetto al punire continuamente gli errori dando poco rilievo agli sforzi della crescita. 

Rinforzo positivo e negativo

Il rinforzo è ciò che porterà il bambino a continuare ad adottare una determinata condotta o che la presenti più spesso, e può essere positivo o negativo.
Il rinforzo positivo è uno stimolo appunto positivo da manifestare per un comportamento che vogliamo si mantenga o si rinforzi. Ad esempio se ci complimentiamo quando fa un bel gesto o ha avuto un buon risultato a scuola avremo maggiori possibilità che questo si ripeta. Alcuni elementi che si utilizzano come rinforzi positivi sono: elogi e complimenti, abbracci e carezze, cibo, escursioni e gite, dare un premio come un giocattolo.

Nel rinforzo negativo, invece, l’elemento rinforzante (ciò che porta ad un incremento del comportamento) è un elemento negativo che viene sottratto o evitato. Per esempio, una bambina che non vuole andare a scuola se scopre che lamentando continui mal di pancia o mal di testa viene tenuta a casa dai genitori, riproporrà ogni mattina la lamentela. Permettere alla bambina di rimanere a casa è, quindi, un rinforzo del suo comportamento inadeguato e negativo.
Gli stimoli spiacevoli che si utilizzano come rinforzi negativi sono: critiche negative, punizioni e rimproveri.

Se consideriamo che il premio più efficace per gratificare un figlio è un commento positivo che sottolinei la correttezza del suo comportamento, quando si vuole ridurre un comportamento sbagliato, occorre produrre la reazione opposta, ovvero un temporaneo ritiro dell’attenzione dei genitori: spiegare al bambino che il suo comportamento, non lui, non va bene e invitarlo a riflettere su quanto accaduto.
I rimproveri devono essere effettuati subito dopo l’accaduto: è poco efficace rimproverare a distanza di tempo. E qualsiasi rimprovero o punizione si decida di adottare, non deve mai risultare umiliante per il bambino poiché in questo modo produrrebbe in lui soltanto una reazione di rabbia e frustrazione e un attacco alla sua autostima.

Identificare i rinforzi giusti

Ogni bambino ha i suoi propri rinforzatori che possono cambiare quotidianamente sotto l’influenza di diversi fattori.
Alcuni bambini amano le caramelle, ad esempio, ed altri le detestano. Alcuni bambini possono reagire bene grazie alle figurine date dopo un tempo detto di “latenza” mentre altri hanno bisogno di un rinforzo immediato. Ognuno è un caso a se. Individuare e utilizzare correttamente i rinforzi è una delle cose più difficili poiché questi sono diversi a seconda delle situazioni, dei momenti e rispondono ai principi di sazietà e di desiderio.